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Echo Atom – Redemption: l’Italia si fa sentire

Echo Atom – Redemption

l’Italia si fa sentire 
È con immenso piacere che mi appresto ad ascoltare questo Album di esordio del trio Post Rock/Prog.
Echo Atom - Redemption
A Gennaio gli Echo Atom ci avevano già deliziato con il loro EP. Allora le canzoni erano solo tre, mentre ora ci troviamo di fronte ad un vero e proprio Album.



Potete leggere la precedente recensione sugli Echo Atom a questo link!

Se già allora il nostro voto era positivo, questo lavoro conferma quanto abbiamo già detto su di loro.


Il progetto Echo Atom prende luce nel luglio del 2016 da Walter Santu (chitarrista), Giuseppe Voltarella (bassista) e Alessandro Fazio (batterista). Nasce così questo trio molto affiatato e solido che nel tempo prende la direzione, per necessità e per scelta, di gruppo interamente strumentale.

La musica strumentale è una scelta delicata che non sempre riesce bene. Gli Echo Atom sono una piacevole sorpresa nel panorama italiano.


Un progetto ben strutturato, calibrato con maestria. Un progetto dove le chitarre si bilanciano perfettamente con i suoni di basso corposi e vellutati e che riempiono l’aria circostante e ci fanno respirare l’aria psichedelica e sognante che ha reso grande questo genere. La batteria non è borderline come in tante band. E uno strumento che segue, coinvolge, si rende talvolta protagonista, mentre in altri momenti riesce a rimanere sul bordo del palco mentre accompagna sommessamente gli altri strumenti.

Echo Atom - Redemption

Non stravolgono e non agitano, ma ci invitano a chiudere gli occhi e a sognare, a lasciarci cullare. Sono un sogno che si fa da bambini, quando l’ingenuità e la semplicità fanno da sfondo a colori tenui e leggeri.

Tutta l’attenzione si focalizza sugli strumenti, dove Il suono e l’emozione si esprimono anche senza una voce. Una piccola tribù che comunica e si racconta attraverso una chitarra, un basso e una batteria.


La cinque tracce contenute nell’Ep del trio romano esprimono una musica intimista ed introspettiva che tocca in maniera immediata la parte più emotiva dell’essere umano.

Le ultime due tracce sono quelle che ascoltiamo con più interesse: la prima delle due (Dreamcatcher) si rende interessante senza stravolgere le precedenti tracce. Mi piace, inutile dirlo, e la ascolto dall’inizio alla fine con piacere e rimanendo nel mio stato d’animo sognante che mi ha accompagnato dall’inizio. L’ultima traccia (Peaks) ci mostra un lato inaspettato, dove le chitarre si fanno più distorte e si respira un’aria di cambiamento e di rivoluzione. Forse gli Echo Atom ci vogliono preannunciare sonorità diverse in vista del prossimo album, e non può che farmi piacere questa conclusione, come le serie tv finiscono sempre con quella scena di suspense che ci lascia con l’amaro in bocca e ci fa dire “E adesso cosa succederà?”

I ragazzi si confermano come un astro nascente del panorama Post rock/Prog italiano e siamo fieri di loro. Ci auguriamo di vederli al più presto sui palchi che meritano.

Bravi! Ora però vogliamo dare loro un consiglio: portate la nostra bandiera all’estero!

Voto: 8

ECHO ATOM :

Walter Santu – chitarra

Giuseppe Voltarella – basso

Alessandro Fazio – batteria

Listen to Echo Atom “Redemption”

https://www.facebook.com/echoaatom

https://www.deezer.com/album/59252192

https://open.spotify.com/album/2JrJGHmK0T2URR9EXPbVbN

ECHO ATOM : “Redemption”

Data di uscita: 23 marzo 2017

Produzione artistica: Walter Santu

Distribuzione: Audioglobe



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Recensioni

Wailing Of The Leonids dei When the Light Dies, una rivelazione dalla svizzera.

Wailing Of The Leonids

When the Light Dies
Solo il nome di questa band Svizzera (di La Chaux-de-Fonds) mi ha dato l’idea che fossero già “Famosi”. Non so perchè. Forse perché mi ricorda qualche altra band, forse perché semplicemente ci hanno azzeccato e basta.


L’Album che presentiamo oggi, uscito il 10 Marzo del 2017, si intitola “Wailing of The Leonids”, sotto l’etichetta Vitruve Records. 

L’Intro, The Ascent, catapulta immediatamente in un nuovo mondo. Il rumore del vento, con un sunto leggero in sottofondo di qualcosa di “alieno”, mi fa venire in mente un teletrasporto all’interno di una navicella spaziale. Non so se era esattamente questo il loro intento o meno, ma mi ha causato questa sensazione, coperta da un velo di inquietudine generale. E le emozioni forti, a me, son quelle che piacciono di più. Questo “rumore”, che poi rumore non è, ti lascia in una sensazione di sospensione fin dall’inizio, il synth appare più chiaro e delineato nell’ultimo minuto di Intro, una suspance un po’ horror che si conclude di netto, continuando come un “concept” vero comanda, con “The Irrelevant (question of time and distance)”. Appare una chitarra, dal nulla, poi una batteria, e qui il pezzo reale incomincia. Più potente e meno delicato di quanto possa essere il postrock al loro cospetto, direi che la loro influenza postmetal è più accentuata, sia come scelta di suono che come arrangiamento generale. La parte melodica appare comunque, immancabile, quasi al terzo minuto, proseguendo con una parte più carica dalle armonie delle chitarre ben delineate, definite, curate.

Con “Kassier Syndrome” rimangono all’attivo i suoni freddi e permane nella mia mente lo stesso scenario futuristico dell’inizio, con un’atmosfera se possibile ancora più pesante. I dieci minuti che trovo sulla barra d’ascolto non mi scoraggiano per niente, anzi, mi spronano ad andare avanti, fino alla fine, per sapere quale sarà lo scenario post-apocalittico che seguirà questo terzo step del concept album. “Divine” e “Nebula” sono sicuramente i brani più nitidi, luminosi, “allegri” per così dire dell’intero album. Sembra che l’atmosfera cupa dell’inizio si sia leggermente allontanata. Si alternano parti più aggressive a suoni melodici tipici dell’arrangiamento post rock strumentale, ma le armonie e la scelta dei suoni sono decisamente schiarite, soprattutto in “Nebula” che ha apparentemente il classico approccio di una ballata che va poi ad esplodere quasi al settimo minuto d’ascolto. Il mio punto in assoluto preferito dell’interno album. Undici minuti e cinquantadue secondi che non saranno tempo sprecato, ve lo assicuro. 

Con “Helix” (the eye of god) ritorna un suono scuro, decisamente più minaccioso dell’inizio, che ricade nell’arrendevolezza di queste poche note al  pianoforte negli ultimi secondi di traccia, che ricordano quasi lacrime scorrere lente. Con il fiato sospeso attendiamo l’ultima canzone, dal titolo dell’Album stesso. Ululati appaiono alle mie orecchie, suoni caotici, quasi come l’inizio, ma che hanno tutto un’altro sapore a fine brano. I synth futuristici riappaiono senza indulgenza, lasciando spazio lentamente alla chitarra, fin quando l’epopea del brano non spazza via ogni cosa: la parte più epica di tutto l’album appare di colpo circa al settimo minuto. Scene appena la dinamica dopo poco, per esplodere qualche minuto prima della fine, una seconda volta. Questa volta in modo radicale, definitivo. Un Caos però ben studiato, delineato, che non genera confusione ma bensì chiarezza a chi ascolta. A me, ha dato l’idea che questa navicella spaziale abbia preso il volo. 

I When the Light Dies non hanno nulla da invidiare a band da cui traggono ispirazione come Russian Circle, Isis o Pelican. 

Un vortice strumentale di estrema bellezza. Una vera rivelazione.

Voto: 9

Tracklist: 

  1. The Ascent (Intro)
  2. The Irrelevant (question of time and distance)
  3. Kessier Syndrome
  4. Divine
  5. Nebula
  6. Helix (the eye of god)
  7. Wailing of the Leonids

Contatti:

http://wtld.bandcamp.com

www.soundcloud.com/wtld

www.igroove.ch/product/1089/ep/

www.twitter.com/Whenthelightdies

J. Postrock.it

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Recensioni

Echo Atom: un trio postrock/prog che merita davvero.

Echo Atom

Un trio postrock/prog che merita davvero
Dopo queste vacanze natalizie appena trascorse, beh, è un piacere ripartire con gli Echo Atom.


Questi tre ragazzi (Walter Santu – chitarra, Giuseppe Voltarella – basso e Alessandro Fazio – batteria) si sono riuniti nel luglio del 2016 creando questo sound dalle chiare tendenze post rock/progressive. Musica puramente strumentale e che quindi parte con un punto a favore per mio gusto personale.

Su Soundcloud potete ascoltare solo tre brani, ma ne vale davvero la pena incominciare da questi, con la speranza di avere al più presto un Album tra le mani.

Redemption è il loro primo singolo, prima canzone che potete ascoltare sul sopracitato sito.

A primo impatto sono apparsi nella mia mente gli Explosions in the Sky. A tratti, ho visionato i Caspian, proprio perché la chitarra sembra essere lo strumento principale in questa prima canzone. Un viaggio attraverso vari scenari il cui scopo ultimo è chiaramente la redenzione. Le immagini subentrano nitide davanti agli occhi semplicemente ascoltando, il che significa che sono riusciti nel loro intento.

La seconda canzone Path, è caratterizzata da un bel giro di basso, che dona un valore aggiunto rispetto alla prima canzone. La chitarra non passa comunque mai in secondo piano, soprattutto nell’ultima parte della canzone che assume un sound più moderno che non mi dispiace per niente. Sono sempre pro sperimentazione, soprattutto quando si possono fare grandi cose con solo tre strumenti. Il brano non risulta mai vuoto, nonostante tutto, ed è una grande riuscita.

L’ultimo brano, che sto ascoltando proprio in questo momento, si intitola Awakening.

Chissà perché ogni volta che ascolto la “terza canzone”, in generale, di qualche album… trovo sempre che sia la più bella. Ed anche in questo caso è così, secondo mio gusto personale. L’inizio della canzone è post rock allo stato puro, si crea finalmente l’ambient che ho sempre ricercato in ogni singola canzone che ascolto. La chitarra non abbandona un giro armonico molto orecchiabile, unendo un urlo strumentale che appare quasi come un synth. Dopo il primo minuto, anche meno, la parte “prog” che influenza il trio ritorna in vita anche in quest’ultimo brano, unendo, amalgamando, fondendo completamente i due generi.

Che dire, Echo Atom, ottimo lavoro… e adesso aspettiamo il vostro disco!

Voto: 7 

Tracklist:

1. Redemption
2. Path
3. Awakening

Membri:

Walter Santu: Chitarra
Giuseppe Voltarella: Basso
Alessandro Fazio: Batteria

Contatti: 

https://soundcloud.com/user-241124265

https://www.facebook.com/echoatom/

J. – Postrock.it