loader image
Van Gogh Seasons
Versus
I Van Gogh Season fanno centro, con un album godibile e orecchiabile, che mette in risalto tutto lo studio attento in fase di produzione e una grande cultura musicale, acquisita in questi anni.

Un mondo sotterraneo e strumentale prende vita, nelle sonorità intense dei Van Gogh Season, un progetto post rock nato a Padova nel 2016. Il loro percorso prende spunto da tematiche personali e lineari, che accostano tutto il processo sperimentale e di nicchia in questo genere, creando paesaggi dolci e sentimentali, a tratti elettronici e d’impatto. Dopo un Ep d’esordio omonimo e diverse produzioni in formato session studio. La band con un enorme maturità accumulata, mette in piedi questo nuovo ep interessante, dal titolo “Versus”.

All’interno troviamo varie sfumature dal timbro prettamente strumentale, che strizzano l’orecchio a band del calibro notevole, come MaybeSheWill e Pg Lost.

Esplorando un ampio raggio di suoni graffianti e delicati, per un risultato originale e dinamico. 

Il disco si apre con un tiro orchestrale da brividi, su un soffice tappeto di violini malinconici e il synth di sottofondo, che colora l’atmosfera a dovere, completando un’intro stupendo e geniale. Segue la carica energica di “And So It Was, So It Will Be”, un brano che sprigiona un’aura potente di emozioni ricercate, sotto un muro violento di distorsioni ruvido, avvolte dal tempo preciso e martellante delle percussioni, per poi scontrarsi con un ritornello gonfio di personalità.

Nella parte centrale gli animi si calmano in un pianoforte morbido e una linea vocale narrante, per incastrare i colpi sospesi della batteria e accoglie nel suo sogno il ritorno prepotente di un riff lunare.

In “Saudade” invece notiamo un monologo di una voce femminile, su un arpeggio sensibile che aziona un timbro sfuggente della ritmica. Il piano qui ci avvolge in una sensazione dolce, con i diversi accenti furiosi delle chitarre in un limbo addormentato, invitandoci all’ultimo sensazionale saluto. “Kracovia” è  una composizione rocciosa, che esprime nel modo giusto una vibrazione drammatica e ci porta indietro nel tempo nei nostri ricordi più cari, viaggiando in una cavalcata incredibile di trionfo. Uno dei brani più belli e completi di questo lavoro. 

Infine le ultime due tracce, racchiudono il gusto sonoro e neoclassico del gruppo, portando l’ascoltatore in una dimensione parallela, oltre i confini della nostra mente.

“Woody Allen” apre un tiro magico del basso, con un arco leggero e emblematico del pianoforte, che anche qui come nel resto dei brani è il motore portante e impeccabile di questo collettivo. La canzone sfugge verso la fine, inserendo un tocco elettronico e frenetico, che si spegne sulla batteria. Chiudiamo con le note amplificate di “While a Seagull Flies Above Us” un’altra suite lunga e ipnotica, che gioca su una sinfonia solida di una tematica personale, fino a travolgere i sentimenti in un passaggio rumoroso e incendiario, nell’atto finale da pelle d’oca.

I Van Gogh Season fanno centro, con un album godibile e orecchiabile, che mette in risalto tutto lo studio attento in fase di produzione e una grande cultura musicale, acquisita in questi anni.

 

VOTO: 7,5 

Van Gogh Season – Versus

Autoproduzione

Written and performed by Van Gogh Season.
Produced, mixed and mastered by Marco Cappellaro at Dedication Studio, Padova 

 

Link Utili:

° Spotify: https://open.spotify.com/artist/6T4d6pwlNN1YPMBug56jyA 

° Bandcamp: https://vangoghseason.bandcamp.com/ 

° Facebook: https://www.facebook.com/vangoghseason 

Simone – Postrock.it