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Lillo Morreale
Paternicillina
Lillo Morreale ci presenta Paternicillina, colonna sonora dell’omonimo film. Uno spettacolo di luci, suoni e colori, una danza di emozioni che si fonde sotto un’unica bandiera: il Postrock.
Oggi parliamo della nascita e della morte del mito. Qui, oggi, con voi, intraprendiamo un percorso nuovo. Oggi vi presentiamo un progetto che non è soltanto musicale, ma anche cinematografico, artistico, poetico.

Lillo Morreale è un compositore e polistrumentista. Ha studiato Musica per Film al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ha perfezionato i suoi studi come Sound Producer per il Cinema presso il Modulab Studio, sotto la guida del compositore e arrangiatore Marco Biscarini.

Ci regala un ascolto unico, un album che rappresenta la colonna sonora originale dell’omonimo film uscito nel 2020.

Baruffi, maestro di Florestano Vancini è visto dai suoi contemporanei come un talento promettente del cinema della realtà; produce tra la fine degli anni ‘40 e la metà dei ‘50 più di venti pellicole. Poi più nulla. Il silenzio.
Una fuga? Una rinuncia al sogno?

L’album, così come promette la copertina, è un viaggio sensazionale unico, fatto per riempire l’etere di suoni e vibrazioni, fatto per trasportarci in un mondo nuovo, puro, trasparente, vivo.

1-Pianura. Schermo nero. La sala è in attesa. Il film inizierà tra 5 minuti. L’auditorio è vasto e silenzioso. Siete riusciti a entrare? Lo spettacolo sta per cominciare. Si inizia, ed una leggera nebbia si forma davanti a noi. Un timido gioco di suoni fa capolino dietro il palco, portandoci sulla prima scena. Un attendo gioco di synth e arpeggiatori, forma un tessuto sonoro quasi onomatopeico, in grado di suscitare nell’ascoltatore immagini di forme animali, di essere viventi in trasformazione.

2-Prima di scomparire. Un punto interrogativo aleggia sospeso a metà tra una riga e la successiva. Dietro di esso, una domanda rimane silenziosa, inespressa, forse senza risposta..

Hai vissuto abbastanza nella tua vita? Hai vissuto abbastanza da farci un film?

3-Anche oggi è giornata di silenzi. Vibrazioni calde e vivide si susseguono portate avanti da armonie brillanti, luccicanti, come stelle pulsanti nel cielo freddo e notturno. 

4-Dettagli. Un gioco quasi ritmico di immagini che esplodono nella testa dell’ascoltatore, scivolando nella coltre della nebbia di prima mattina. Un ticchettio continuo e costante ci fa pensare alle ore che scorrono, ai minuti, ai secondi passati, alle nostre vite, alla morte, alla rinascita.

5-Abbiamo sbagliato qualcosa? L’interrogativo si staglia, sincero, quasi fanciullesco, di fronte ad un brano altrettanto sincero e commuovente.

Suoni d’infanzia, come di vecchi Carillon impolverati, o di tamburini accantonati in qualche vecchia soffitta. Essi rimangono silenziosi, accantonati dietro a grosse scatole e mobili abbandonati.

Un luccichio si intravede ancora sulla plastica scolorita, sui dettagli rovinati. Un presentimento, un attimo, qualcosa prende vita, e suoni tornano a diffondersi nell’aria.

6-Nuvole (Parte 1). Sdraiati in quel campo fiorito, in un pomeriggio di sole e di erba fresca, apriamo le braccia, adagiamo la testa, e iniziamo a sognare. Ed eccole, le nuvole che si muovono lentamente, che cambiano forma, che giocano goffamente tra di loro, perdendo forma, trasformandosi, intrecciandosi tra loro. Quella nuvola sembra un elefante, si proprio quella! Quell’altra invece, a me pare proprio un drago.. no aspetta, ora è un cane che corre. Suoni imponenti e al tempo stesso umili si presentano a colorare la scena, rendendo tutto incredibilmente soffuso, quasi onirico.

7-La sindrome del vincitore. Quale maledizione più grande, per un vincitore, se non quella di perdere con essa?

Qualcosa cade, cade sempre più velocemente. Il ritmo cambia, i suoni acquistano un tono rimproverante, potente. Ci si accusa spesso, perché i nemici più grandi siamo noi stessi.

8-Fuori nella notte. Passeggiando nella strada silenziosa e notturna, è sorprendente scoprire come la solitudine si popola di migliaia di piccole voci. Grilli notturni, Gatti curiosi, ombre, voci, suoni, colpi lontani. Ci si perde quasi a giocare, a indovinare l’origine di ogni suono, la sorgente di ogni emozione. 

9-Questo film non esiste. Lo diciamo per convincerci.. o forse ce lo stiamo domandando. Questo film non esiste? Non lo sappiamo. Una drum digitale dona un ritmo audace a questo brano, e noi lo seguiamo abbandonandoci del tutto alle nostre sensazioni.

Nella morte ritroviamo spesso un senso di rinascita. Nell’accettare la sconfitta, scopriamo di sentirci forti, di avere conquistato qualcosa di più prezioso di tutti i premi di questo mondo. La nostra anima brilla dentro di noi, protagonista indiscussa di ogni cosa.

il ritmo rallenta, si scompone, si sovrappone. Il sogno svanisce.

10- Solo follia. Cosa rimane di tutte le speranze, di tutti i sogni, di tutti i pensieri? Parole vuote su una pagina di diario che nessuno leggerà mai. Vibrazioni ricorrenti lasciano spazio ad un crescente dialogo ritmico che cresce sempre più, fino a dare un senso a tutto il quadro. Alla fine della sua vita, il vecchio comprende molte cose, ma non parla, non dice. Lascia che il mistero scenda su di lui, lasciando spazio al mito, alla leggenda, al racconto. I suoni salgono, crescono, riempiono ogni cosa. Poi il vuoto.

11-Nuvole (Parte 2). Come ogni racconto degno di nota, come ogni film che si rispetti, anche noi giungiamo al termine di questo bellissimo viaggio. Gli spettatori piangono, alcuni riflettono in silenzio. Chiudo gli occhi, ora, per sempre, addio mondo. Torno a fissare le nuvole, candide come la giovinezza, lascio che ogni cosa si dissolva, che lasci il significato nel limbo dei ricordi.

Schermo nero. La sala è in attesa. Il film inizierà tra 5 minuti. L’auditorio è vasto e silenzioso. Siete riusciti a entrare? Lo spettacolo sta per cominciare.

VOTO: 9

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Paul – Postrock.it