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Atletico Chipset – Vol II

un sogno che va vissuto così com’è 
A volte recensire un gruppo può non essere facile, ci sono momenti in cui è difficile trovare nella tua mente un’immagine che rivesta appieno un concetto, una sensazione.
Atletico Chipset - Vol II
Ci sono volte, invece, dove dal primo all’ultimo brano, la tua mente prende il volo e fa un viaggio. Sai dove stai andando, sai perché ci stai andando, e sai dove vuoi arrivare.


Postrock.it lascia per un attimo il territorio nostrano, e si proietta in un mondo etereo, dai contorni sfumati, in cui il sogno prende il sopravvento. Ci troviamo in Argentina, con una band forte, seppure nelle sue sonorità soffici: loro sono gli Atletico Chipset, e questo è Vol II.

Il nome della band è un gioco di parole, e allude un pò alle sue origini. i quattro ragazzi spagnoli hanno messo insieme qualcosa di tecnologico e qualcosa di sportivo per vedere cosa ne sarebbe venuto fuori, ed ecco così Atletico Chipset. Tutto è iniziato con una squadra di calcio…anche se ai quattro ragazzi sembra strano pronunciarlo, è proprio così.


Vol II prende il posto del precedente Vol I, e ci regala un viaggio. Un viaggio che io ho voluto immaginare in modo astratto e indefinito. Alice rincorre il bianconiglio, lo insegue nella tana e poi giù per il tunnel segreto, fino ad arrivare al mondo nascosto. Alice cade nel tunnel, si lascia trasportare nel mondo magico, fatto di creature e di piccoli segreti, e così si svolge questo album, che ci prende e ci culla nelle sue sonorità.

Vol. I, essendo solo il primo EP, divenne una sorta di racconto di quelli che erano stati i primi anni della band. Nel percorso di due anni, a partire dalla concezione fino al mixaggio di questo primo album, i ragazzi definiscono il loro sound.

Vol. II affronta temi che sono nati quasi con l’idea di essere registrati.

Atletico Chipset - Vol II


In questo album non troverete colpi di scena. L’ambiente si svolge nel modo che potete intuire già dal primo brano. La batteria estremamente morbida e sognante di Mariano Refojos fa da sfondo ad un pattern di suoni psichedelici di chitarra di Juan Alberto Badaloni, uniti alle linee di basso pulite e calde di Federico Bianchi che lasciano tracce di Pink Floyd ovunque. David Vinazza ci regala un universo fatto di immagini sonore, di suoni che si diffondono nell’aria circostante e ricoprono gli altri strumenti, talvolta si intrecciano, e ci regalano il viaggio che perdura fino alla fine.


Impossibile recensire traccia per traccia, proprio perché, come abbiamo detto, il viaggio ha un inizio e una fine, ma non ha dei capitoli che si possano definire. Questo è un album che va ascoltato per intero, senza interruzioni, come si faceva una volta col buon vecchio giradischi.


E sarei davvero felice in questo momento, di poter avere qui davanti a me il vinile di questo album, per poter posizionare la puntina sulla prima traccia, accendere un incenso, e lasciarmi trasportare fino in fondo al tunnel.

Un album che lascia spazio a poche critiche. Forse ci aspetteremmo un epilogo, un finale che possa dare la risposta alle nostre domande: Alice arriverà in fondo al tunnel? Troverà la regina di cuori? Non lo sapremo mai, perché gli Atletico Chipset, seppure con estrema maestria, ci lasciano in sospeso, scelgono di non creare un finale o un susseguirsi preciso di eventi.

È un sogno che va vissuto così com’è, e noi lo seguiamo apprezzando tantissimo il lavoro di questi ragazzi spagnoli. Vogliamo dare il nostro miglior incoraggiamento a questa bravissima band che emerge dal caos quantico con qualcosa che vale sicuramente la pena di ascoltare.

Si sente il bisogno di un’evoluzione a questo punto, di un Vol III che ci dia la risposta, che possa rappresentare la maturità musicale che abbiamo avvertito in queste tracce. Ma questa sarà un altra storia…

Per il momento: In bocca al lupo Atletico Chipset!

Voto: 7,5

Paul – postrock.it

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